Tombow – Set Floreale – prime impressioni

Ho ricevuto in regalo il watercoloring set floral di Tombow. Il Set è così composto:

  • 5 pennarelli Tombow abt dual brush pen (colori numero: 192, 757, 772, 910, 991). Ogni penna dispone sia della punta flessibile, sia della punta fine sul lato opposto
  • Pennello con serbatoio d’acqua riempibile (water brush), utile per sfumare i colori a base d’acqua dei pennarelli
  • 1 penna fineliner nera
  • 1 matita
  • 1 gomma
  • 1 palette per sfumature, chiamata Blending Palette, che consiste in un cartoncino impermeabile, dove è possibile mischiare i colori a disposizione
  • 1 card con l’elenco dei colori Tombow disponibili (vedi cerchio colori nell’immagine di seguito)
  • 1 libretto di istruzioni in lingua inglese

Magari qualcuno di voi si sta chiedendo <<.. ma cosa sono esattamente questi pennarelli cosiddetti “dual brush”???>> , quindi vi scrivo in sintesi di cosa si tratta:

sono pennarelli con due punte, da un lato hanno una punta sottile per tracciare linee precise, sul lato opposto ha no una punta flessibile, simile a un pennello, per colorare ampi spazi. Questi brush hanno inchiostro a base d’acqua, atossico, inodore, acid free. I colori non sbavano, possono essere miscelati e acquarellati tra di loro per creare nuovi colori.


Ho provato ad usare i colori su carta, al momento su due diversi taccuini con carta di 200 grammi, e successivamente ho usato il water brush per sfumarli direttamente su carta. Il risultato non mi ha soddisfatto affatto, nel senso che se devo usare i dual brush come acquerelli, trovo molto più sfumabili, semplici e pratici da usare i veri e propri acquerelli . Ecco qualche esempio:

Ho trovato molto più soddisfacente l’uso dei brush pen per il lettering. Il lato del brush pen con punta flessibile è in effetti molto flessibile, e questo può essere uno svantaggio per chi è alle prime armi.. qualche schizzo in foto:

In sintesi, voto 7, dopo le prime prove su strada.
Vi aggiornerò nel caso dovessi cambiare idea. Di seguito riepilogo quelli che mi sembrano essere vantaggi e svantaggi del prodotto.

Vantaggi:

  • Set completo, bella confezione. Quindi può una bella idea regalo;
  • bei colori. Integrabili con l’acquisto singolo di uno specifico colore Tombow… la gamma colori disponibili è molto ampia (96 colori)
  • adatto per lettering di dimensioni medio-grandi
  • colori ad acqua, quindi sfumabili
  • doppia punta dei brush pen
  • di qualità
  • a base d’acqua, atossici e inodore

Svantaggi:

  • non è un prodotto specifico per l’acquerello, quindi non permette di ottenere sfumature con la stessa semplicità
  • la punta flessibile dei brush pen è poco rigida, ma in effetti molto flessibile, quindi non sono semplicissimi da usare per il lettering per chi è alle prime armi
  • prodotti non economici (ma comunque di qualità, come scritto sopra)
  • indicazioni e istruzioni presenti nella confezione in lingua inglese

Dov’è possibile trovare questo set? I Tombow sono spesso disponibili presso negozi che vendono materiale per belle arti, hobbistica, ufficio, fai da te e colorifici. Online sono disponibili vari set in vendita su Amazon. Ecco qualche esempio:

Acquerelli Horadam “Gold Edition” Schmincke

In questo video potreste vedere un piccolo test della confezione “Gold Edition” Acquerelli Horadam by Schmincke.

Set composto da 6 Tinte, luminose e brillanti, effetto Dorato e Iridescente:

  • Rosa Dorato
  • Rosso Dorato
  • Giallo Dorato
  • Oro Antico
  • Oro Chiaro
  • Oro Bianco Horadam

La serie Horadam è una serie di alta qualità con colori resistenti alla luce. La gamma completa presenta 140 Colori. Gli acquerelli di questa serie risultano molto pigmentati, quindi di alta qualità.

La serie limitata Gold, presenta tinte luminose e iridescenti, anche dopo aver steso il colore su carta.

In questo video sono presenti:

Nel negozio online MomArte , di cui vi ho già parlato nel precedente articolo sul blog, potete trovare gli acquerelli Schmincke Gold Edition scontati in questi giorni.

Se siete curiosi di vedere qualche lavoro/illustrazione realizzata con questi acquerelli, lasciatemi un commento e seguite i miei canali:

Rosa, un colore che fino agli anni ’40 rappresentava forza e mascolinità.. lo sapevi?

La più creativa delle menti è quella che sa essere sia maschile che femminile, e quale colore meglio del rosa, con la sua storia, può rappresentare la creatività?

Oggi ho letto degli articoli sulla storia del colore rosa e ho scoperto che questo colore tempo fa, in Occidente, era associato ai maschi.. l’avresti mai detto?

Il Rosa è un colore ottenuto miscelando il rosso e il bianco, talvolta descritto come un colore della gamma del rosso.

La parola “pink” comparve per la prima volta verso la fine del 1700. Allora il termine non era legato a un genere come lo è oggi, che lo vede fortemente associato alla femminilità. Erano tempi, quelli, in cui anche gli uomini indossavano il rosa! Per secoli il colore rosa rimase asessuato.

Quando l’ho scoperto, ho subito cercato maggiori informazioni.. A quanto pare, fino alla seconda guerra mondiale il Rosa era associato ai maschi e l’azzurro alle femmine, perché il primo era visto come una tonalità di rosso (colore forte, marziale, virile), mentre il secondo era percepito come più delicato, e dunque più adatto al gentil sesso.

Basti pensare al celebre “pink suit”, l’abito rosa indossato da Jay Gatsby nel Il grande Gatsby, il capolavorodi F. Scott Fitzgerald del 1925. Il colore era infatti considerato simbolo di passione e mascolinità, una versione del rosso più adatta alla vita sociale, che si allontanava dall’accezione “bellicosa” a cui quest’ultimo era legato.

Sulle ragioni dello scambio di ruoli avvenuto nelle decadi successive, le ipotesi sono varie. Una tra queste .. A partire dagli anni ’40, le aziende di abbigliamento iniziarono a produrre indumenti femminili in rosa e indumenti maschili in blu, senza ragione alcuna. Gli uomini cominciarono a vestire con colori sempre più scuri, associati al mondo degli affari, per distinguersi dalle tinte chiare percepite come più femminili.

Come il Rosa sia diventato, in pochi anni, un colore culturalmente percepito come femminile, rimane ancora un mistero. Una teoria “complottista” ne indicherebbe la causa in una manovra orchestrata dagli uomini per indebolire e depotenziare le donne, proprio nel momento in cui i ruoli di genere cominciavano a modificarsi, cambiando faccia all’assetto della società. Al contrario, potrebbero essere state le donne a rivendicare il Rosa – tradizionalmente associato agli uomini – come simbolo del desiderio di parità e riconoscimento sociale. O forse c’entra qualcosa il triste simbolo del triangolo rosa associato agli omosessuali durante il nazismo, conferendogli una connotazione di “devianza” e “anormalità”. Ho letto diverse teorie.

Ma non è così ovunque: basta fare un giro in India, Africa, Messico, Giappone per accorgersi che l’abbinamento rosa-femmina è un costrutto del mondo occidentale.

Per tanto tempo il rosa in occidente è stato associato soprattutto al mondo delle bambine e delle donne infantili che non volevano crescere, ma ora le cose stanno cambiando e ci stiamo liberando finalmente da ogni pregiudizio sessista.

Indaco (o Indigo), uno dei miei colori preferiti

Ho fatto una piccola ricerca e ho scoperto che l’indaco è un pigmento di origine vegetale, già noto in Asia 4000 anni fa; il suo nome deriva infatti dall’India, che ne era il principale produttore.

Fu Marco Polo a descrivere per primo le località di preparazione dell’indaco in India, nazione dalla quale il pigmento prese il nome e principale fonte di importazione in Europa fino alla scoperta delle Americhe.

Storicamente si ricavava dalla fermentazione delle foglie di Indigofera tinctoria e anche dal guado (Isatis tinctoriain grandi vasche contenenti soluzioni riducenti alcaline, (anticamente si usava urina di cavallo, attualmente ammoniaca o idrossido di calcio o anche idrossido di sodio).

Il liquido giallo-verde che si ottiene da questa prima fase viene fatto ossidare all’aria in ampie vasche, nelle quali viene costantemente agitato. Man mano che progredisce l’ossidazione, il colore della soluzione vira gradualmente fino a diventare un viola-bluastro caratteristico, il color indaco. Il deposito melmoso che si è formato viene quindi raccolto e riscaldato per bloccarne la fermentazione. Una volta asciugato, viene messo in commercio in forma di pani.

In epoca moderna per questo composto sono state studiate più sintesi industriali. Questo pigmento pregiato è molto difficile da trovare naturalmente, motivo per cui è il più delle volte sostituito con l’indaco artificiale.

Tra le tante applicazioni dell’indaco è interessante ricordare che ha fornito il blu dei Jeans Denim. Nel campo puramente artistico, l’uso dell’indaco è stato evidenziato attraverso analisi chimiche di dipinti di vari artisti, come in Jan Vermeer (“​Cristo con Maria e Marta”,1656) ​ e in Peter Paul Rubens (“​Discesa dalla Croce”, 1611-1614).
E’ grazie a meravigliosi pigmenti come l’indaco che il mondo e l’arte si colorano di varietà e ci offrono capolavori di ineguagliabile bellezza.

Anche te sei un amante dell’indaco ?